martedì 4 settembre 2007

Il nostro futuro è nelle loro mani

Dobbiamo fidarci dei nostri figli, nipoti, cugini anche se noi siamo cresciuti in una società dove hanno sempre detto che i giovani sono dei fannulloni. Quando ho cominciato a lavorare a 14 anni facevo il meccanico di motorini e lavoravo con uno dei fratelli più grande di mia madre, a quell'età la voglia di fare non era tanta e in più si aggiungeva mio zio e il vecchio proprietario del negozio che passavano le giornate a dirmi:o fammi vedere gli occhi , comè che sono così?vacci piano che se no diventi cieco, ma io mi ero accorto che non era così e quindi giù(e sù) come un pazzo. Difficilmente elogiavano il mio lavoro svolto e per imparare , secondo loro, dovevo spiarli senza fare troppe domande e mettere in atto tutto ciò senza errori altrimenti la giornata continuava con la solita solfa: oh cinno bè safet,guarda ben quel cal fag me! Come se questo lavoro lo avessi fatto per una vita..... io.......... Non mi comporterò così con le persone più giovani perchè hanno il nostro futuro nelle loro mani e bisogna spronarli, invogliarli, stimolarli, farli credere in loro stessi perchè è normale che i ragazzi abbiano solo voglia di divertirsi, ma basta fargli capire che loro hanno il potere in mano di cambiare questa Italia che ormai non và più e bisogna dargli dei nuovi mezzi come il dialogo, la conoscenza, l'istruzione e il lavoro giustamente retribuito; tutte queste cose si possono ottenere soltanto se lotteremo con i denti e non ci accontenteremo di pagare dagli asili nidi privati al cepu e pretenderemo dai nostri figli e i loro presidi le condizioni per far rinascere le nostre scuole ormai abbandonate a loro stesse finchè società private non le aquisteranno e dopo ci daranno qualsiasi diploma. Dobbiamo fare vedere e sentire alla nostra classe politica che queste cose le pretendiamo e se ci sarà bisogno di sederci davanti al parlamento per avere un dialogo con loro lo faremo ma non possiamo lasciarli distruggere le cose che ci hanno salvato in questi anni e dobbiamo invitare con noi i giovani dalle superiori alle università (non i fuori corso se nò a roma non ci stiamo)e chieder e anche a loro quali sono le necessità di cui hanno più bisogno non possiamo deciderle noi che ormai la scuola la vediamo solo dall'esterno. A tutte queste cose si vanno poi ad aggiungere il caro libri e la mancanza di posti negli asili nido quindi se già da appena nati non hanno il loro posto per poter maturare figuriamoci quando arriveranno a ll'università se qualcuno potrà tenere il banco per il proprio amico.

Nessun commento: