giovedì 27 settembre 2007

Mio figlio sta morendo da soldato ma l'hanno mandato al macello


Intervistato da Sky: "Non vado a Roma, altrimenti mi arrestano
Era in quella zona per indagare sul traffico delle armi. Da solo"
"Mio figlio sta morendo da soldato
ma l'hanno mandato al macello"

ROMA - "Mio figlio aveva un senso del dovere totale, ma è morto per Bush, per far contento lui". Lorenzo D'Auria, 33 anni e tre figli piccoli, lotta contro la morte all'ospedale Celio di Roma. Il sottufficiale del Sismi era originario della Campania, viveva a Livorno con la famiglia, era un esperto di Afghanistan. L'agente Nessuno ha ora un nome. Il padre Mario è distrutto e parla ai microfoni di Sky: "Sono tutti assassini, io so che non c'è speranza con colpi così non si sopravvive: lui è solo un soldato, voleva fare solo questo da quando aveva 17 anni. Nemmeno i suoi amici conoscevano il suo vero lavoro".

"Non vado a Roma, mi arrestano, le dico tutte a Prodi e Berlusconi. I suoi generali mandano un ragazzo a morire, come si fa a mandarlo lì, a fare un'incursione, per capire come funzionava il traffico delle armi, per far contento Bush, che le commercia". "Lui non voleva andare, poi si è convinto: ha solo obbedito agli ordini. Domenica sarebbe tornato a casa".

Lorenzo D'Auria è stato rapito sabato scorso e liberato due giorni dopo in un blitz condotto dalle forze italo-britanniche. Nel corso dell'operazione è stato ferito gravemente. Il suo compagno è fuori pericolo, un accompagnatore afghano è morto.

(27 settembre 2007)

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